domenica 6 gennaio 2013

Io, la moda ed il razzismo.




Essere fashion bloggers non è sinonimo di mostrare il nostro look, lo stile con cui riusciamo ad abbinare capi, o essere eloquenti con le parole del sistema della moda.
Essere fashion bloggers ci da il diritto di essere dentro alla società e come tale possiamo definirne i limiti ed esporli.
Quando la passione della moda si unisce alla consapevolezza del mondo odierno si arriva a denunciare tanti meccanismi distorti che raffigurano non solo ciò che ci circonda, ma anche il circolo vizioso che chiamiamo moda.
Io penso che essere dotati di un blog significhi anche sapere evidenziare le criticità del mondo in cui viviamo, non solo quelle che riguardano direttamente noi, ma anche quelle che riguardono persone a noi sconosciute.
Il vivere sociale ci impone di affrontare diverse tematiche, quella che vorrei affrontare qui, adesso, sono legate al razzismo, ed alla paura del diverso.
In un mio precedente post, La moda non è un paese per bigotti, ho affrontato la tematica della diversità, che purtroppo ancora nel 2013, diventa un traguardo insormantabile, tanto da divenire una discriminante non solo per i rapporti lavorativi ma anche quelli umani.
In questo post voglio affrontare i casi di razzismo e di xenofobia verso un noto calciatore: Cori razzisti contro Boateng. Partiamo dal presupposto che io non mi interesso di calcio, non è uno sport che mi piace e di cui non sa assolutamente nulla, ma queste notizie quando escono mi fanno venire una tale rabbia che si trasforma presto in amarezza e delusione. La capacità di provare odio verso persone diverse è qualcosa che mi ha sempre sorpreso, sin da quando ero piccolina. A quell'epoca non riuscivo a capire come fosse possibile un tale atteggiamento, crescendo lo trovo intollerabile.
Quando gli insulti vengono dati per il colore della pelle, per una diversa nazionalità, ma anche per una diversa scelta sessuale, ideologica, religiosa trovano fondamento solo nell'ignoranza e nella cattiveria delle persone; per abolire questi atteggiamenti bisognerebbe impartire lezioni per il rispetto del diverso, una bella lezione che nelle scuole dovrebbero insegnare; ma non sono a scuola, queste lezioni dovrebbero essere dispensate anche dai genitori e dalle persone più care.

Parto dal calcio per arrivare anche alla moda. Tutti ricorderete il caso di John Galliano dove a Parigi, quasi un anno fa, dopo ripetuti insulti antisemiti, inneggiò l'amore verso Hitler. Fu un momento importante per questo system e tutti rimasero con la bocca aperta.
Io fui sorpresa non solo per la notizia, ma anche per il poco movimento che ci fu in atto.
Avete mai letto l'editoriale della Sozzani su questo argomento? Editoriale Sozzani
Dopo averlo letto ho avuto ancora più sdegno verso questo mondo. Il punto è che se le  parole antisemite fossero uscite da una persona diversa, non nota, oppure detta da qualcuno che troviamo scomodo, sarebbe scoppiato il caso e ce ne saremo disgustati tutti, senza pensare di aver rovinato la reputazione di una persona.
La reputazione di una persona è più importante di ciò che ha detto riguardo un evento che ha visto milioni di vittime sacrificate in nome di un'ideologia assurda? A volte sembra che la storia venga ascoltata per metà, per la metà che fa più comoda.
L'unica vera reazione che ho visto è stato da parte dell'attrice Natalie Portman quando riferì che "Sono profondamente scossa e disgustata dal video che mostra i commenti di John Galliano. Alla luce di questo video, e come una persona orgogliosa di essere ebrea, non voglio essere associata al signor Galliano in nessun modo. Spero almeno che questi terribili commenti ci facciano ricordare che è necessario riflettere e agire per combattere questi pregiudizi che esistono ancora e che sono l’opposto di ogni cosa bella."
Ho trovato le sue parole corrette, sentite e giustificate. Come è possibile che oltre al licenziamento di Galliano, che non è cosa da poco per un noto stilista, non ci siano stati reazioni forti e contrastanti? 

Ho voluto riportare questi casi per arrivare al filo della discussione. In una società odierna, globale, ricca di colori e di etnie è ancora improponibile che casi come questi esistano. 
O per lo meno dovrebbero divenire improponibili.
Invece camminano attraverso la nostra indifferenza, il nostro disinteresse, e diventano ombre che si accumulano alle altre mille ombre. Perchè noi alimentiamo gli atti di razzismo, di xenofobia attraverso la nostra apatia verso queste storie, verso le persone, chiudendo gli occhi. E questo sistema si ciba delle nostre debolezze per divenire più forte. Forte invece dovrebbe essere la nostra denuncia.
Perchè siamo fashion bloggers, e abbiamo il diritto di parola, usiamolo anche per tutto ciò che può rendere il mondo un posto migliore.

Le parole aiutano il cambiamento.

See you soon,
4girls

11 commenti:

  1. Straordinario post...è davvero impensabile leggere queste cose nel 2013 è schifoso avere qualunque pregiudizio non si può siamo tutti uguali e sentire dire queste cose da persone talentuose è ancora peggio. Un bacione Marcella

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  2. A me sembra impossibile che nel 2013 con Internet e tutta la tecnologia possibile possano ancora esserci episodi di razzismo...
    Credo che fondamentalmente il problema stia soprattutto nel fatto che spesso la gente non ragiona prima di parlare, che vergogna!
    Un bacio!
    S
    http://s-fashion-avenue.blogspot.it

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  3. Trovo il tuo post davvero interessante. Da futura assistente sociale sono SCHIFATA da quanto odio riservi la gente nei confronti del "diverso", che sia di razza, etnia, religione, sesso ecc.. sono rimasta davvero delusa dall'evento calcistico verificatosi pochi giorni fa.. e mi chiedo perchè la gente non si renda ancora conto che anche l'Italia sia diventata ormai un paese multientico..e poi restando in tema calcistico (si, talvolta seguo il calcio) mi chiedo perchè tanto scalpore in quell'ambito dato che sin dalla nascita di questo sport in Italia ci sono stati calciatori stranieri. Penso che le persone debbano aprire un pò di più la mente..io il razzismo lo chiamo ignoranza. Per quanto riguarda il mio punto di vista "modaiolo" concordo con te e anche qui, la moda è qualcosa che lega il mondo intero..perchè mai ci devono essere questi eventi razziali non so. Concordo con tutte le tue parole e ritengo che dovresti pubblicizzare questo post per portare l'attenzione di tutti, fashion bloggers o meno che siano. Sicuramente condividerò questo post in uno dei miei prossimi interventi nel blog. Ti stimo molto.

    A presto, Elly :)

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  4. condivido il post in toto.
    speriamo che le parole aiutino davvero al cambiamento
    ne abbiamo bisogno.

    buon anno

    http://nonsidicepiacere.blogspot.it

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  5. Grazie a tutte voi. Grazie perchè riuscite a vedere oltre i vestiti, gli abbinamenti. Grazie perchè se sono riuscita a colpire qualcuna di voi con le mie parole allora ho raggiunto il mio scopo.
    Grazie perchè il razzismo si sconfigge anche on line, parlandone e ritrovandosi con persone con cui discuterne. Grazie a tutte voi.

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  6. questo post è la dimostrazione che oltre all'amore e la passione per la moda c'è anche l'intelligenza!
    Grazie per essere passata da me!
    anche io amo fare shopping "alla classica maniera" ma quest'anno sono rimasta abbastanza delusa dai negozi e mi sono buttata sullo shopping online. Con 50 euro ho acquistato davvero tante cose carine!
    xoox
    http://www.omgfashionotvictim.com/2013/01/saldisaldieancorasaldi.html

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  7. condivido il tuo pensiero, ma sempre più noto l'avanzare del desiderio di non essere coinvolti , di non prendere posizione , di non esporsi. Viviamo purtroppo in una società governata dall'opportunismo .....e i blogs sono un fulgido esempio .

    ave

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  8. Grazie ragazze, le vostre parole sono sempre di conforto!

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  9. Loviing the looks :D

    xx,
    http://www.outoftheblog.blogspot.com/

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