Simmel diceva "La moda esprime quindi la tensione tra uniformità e differenziazione, il desiderio contraddittorio di essere parte di un gruppo e simultaneamente stare fuori del gruppo, affermando la propria individualità."
Ciò che concettualmente il suo pensiero diceva è forse uno dei pilastri che regge la moda odierna, in una società contemporanea frammentata e ricche di sfumature, che si contraddice e si fa contraddire.
Se da un lato si sono persone che per distinguersi si scompongono in mille pezzi e cercano il proprio stile adattandolo a sè, con le proprie convinzioni ed i propri ideali, dall'altra parte, direi una buona parte, ci sono invece persone che si adeguano ad uno stile, ad un mood definito da qualcun altro, cercando di assomigliare il più possibile ad un ideale fittizio.
Più spesso mi capita di sfogliare, guardare, osservare fashion bloggers che hanno non sono una caratteristica in comune, ma sembrano essere delle copie, degli automi che seguono vicendevolmente ciò che qualcun altro ha deciso che va di moda in quel determinato periodo.
Non si parla solo di abiti, ma anche di acconciature, atteggiamenti, pezzi di vita che si assemblano ad altre senza nessun filo logico.
La moda dovrebbe essere una continua ricerca di stile, una continua ricerca di sè stessi, senza mai fermarsi a qualcosa di semplice, ma un'analisi attenta su ciò che siamo e ciò che vogliamo.
Spesso capita di vedere addosso alle persone un approccio che a cui non appartengono, indossano capi e indumenti che non sono adatti a loro, ma pur di farlo nascondono il loro essere, denotando in questo modo incapacità di scelta e inadeguatezza di esprimere il proprio io.
Non si tratta solo di adeguarsi agli abiti, ma spesso ci standardizza anche sul lato fisico, modellando il proprio fisico a quello che la moda richiede, invitando molte persone a ricercare una magrezza che viene enfatizzata attraverso le campagne pubblicitarie di moda e attraverso gli stessi negozi che propongono sempre più taglie piccole.
In questo modo, non solo non si accorgono di quanto la moda condizioni loro, ma non riescono a ricercare quel qualcosa in più capaci di differenziarli.
Essere originali, oggi, sembra essere una malattia, un modo di essere così lontano, perchè l'originalità richiede uno sforzo introspettivo ed una voglia di emancipazioni dalla società di massa, che diviene quasi impossibile. Ma non possiamo legarci ai dettami della moda in modo così saldato, senza una via d'uscita, una via di fuga per poter trovare qualcosa di diverso.
La parola magica è proprio diversità. La diversità ci permette una differenziazione sostanziale dalle regole e dagli schemi della società della moda, una diversità che può essere anche minima, ma pregnante.
perchè se pur è vero che nei negozi, in particolar modo quelli low cost, si vendono abiti e accessori tutti uguali, è altrettanto vero che è il nostro io che deve creare, o anzi ricreare, uno stile che ci appartenga e che si differenzi dagli altri.
Purtroppo non mi capita spesso di vedere un distinto così forte, una discordanza tra ciò che vuole la massa e ciò che vogliamo noi, ed è un vero peccato, perchè ognuno di noi è ricco di caratteristiche e di modi di essere particolari che possono arricchire l'originalità.
Bisognerebbe prendere i diktat della moda come una linea guida, ma modellandoli in base ai nostri gusti e alle nostre scelte personali, non conformandosi ad una infinità di persone.
Essere sè stessi ripaga dalla paura di uniformarsi agli altri, plasmando i nostri difetti ed i nostri pregi in quello che veramente siamo, esprimendolo fuori grazie ad uno stile che ci appartiene e non a cui apparteniamo.
See you soon,
Faty&Sury